mercoledì 7 aprile 2010

Una formula per il DXCC

Qualche giorno di vacanza in Liguria con radio al seguito, peccato che il sole abbia pensato bene di burlarmi praticamente azzerando la propagazione. Per fortuna ci mette una pezza la postazione: il mare direttamente a sud, a poche centinaia di metri, funge da "autostrada per l'Africa" consentendomi collegamenti con  6W, D2, J5, V51 e ZS mentre un altro paio di prefissi li ho ascoltati ma non mi è parso il caso di rompere le scatole ai missionari in QSO con i loro amici in Italia. Tutto questo con i 100w dello FT857 e il mio dipolino rigido caricato autocostruito. La posizione trova contropartita nel vento, che è riuscito a spezzare come un grissino la sezione più bassa della canna da pesca che usavo come palo per l'antenna.

Verosimilmente si può costruire una funzione che stima il numero di entità DXCC collegate come funzione di:
  1. tempo
  2. denaro
  3. posizione
  4. manico
I numeri riflettono quello che secondo me è l'ordine d'importanza degli ingredienti. A corollario si può osservare che spesso la 1 e la 3 sono strettamente legate alla 2, ma non è un nesso univoco.  Per esempio uno studente poco impegnato o un pensionato possono raggiungere ottimi risultati anche con mezzi modesti, mentre le megastazioni con kW e foreste di antenne, che consentono di andare a colpo sicuro sul collegamento, sono un sostituto del tempo speso a sgolarsi su un pile-up.
Il "manico" in questi tempi di cluster e CW via pc credo abbia visto il suo ruolo ridotto giusto ad alcune malizie operative.

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